seduti al tavolino basso e liscio ed io con una gran meraviglia stavo esaminando una cosa color arancione sul mio piatto. A parte questo e un bicchiere col succo di pomodoro non ho visto nient’altro...
- AN?!! ...Il mio interlocutore recente stava gia’ masticando qualcosa senza guardarmi.
Con tutto il suo aspetto pacato: con lo sguardo abbassato verso il piatto e le sopracciglia alzate, dimostrava di godere la sua “refezione” e ostentatamente non faceva caso al mio stato scandalizzato.Spostando da parte uno sconosciuto miracolo luminoso, mi son messo ad osservare come Angiol stava ingoiando il cibo, come si muovevano le sue mascelle sotto la pelle pallida e sottile. Anche lui mi sembrava affamato, anche se mangiava senza fretta la stessa schifezza innaturale, il mangiare da lepri, che aveva proposto pure a me...Dopo aver ammirato a lungo il mio amico, ho trovato con gli occhi una ragazza in camicetta bianca che sembrava simile a una cameriera piu’ delle altre e le ho fatto il segno di avvicinarsi. La ragazza che sembrava una cameriera piu’ delle altre si e’ avvicinata di corsa e parlando a voce fitta ha sparato una frase automatica:- Desidera?- Signorina, che cos’e’ questa roba? – Le ho avvicinato il piatto, ordinato dal mio premuroso amico.
- Come si chiama?; - E’ un souffle’ di carota- Lo avete nel menu oppure l’avete fatto specialmente per me? OK, va bene, non deve assolutamente svelarmi tutti i segreti della preparazione della carota, mi puo’ portare un piatto di carne... una bistecca o un’altra cosa per favore.
Ma guardatelo com’e’!! Sara’ uno scherno oppure un gioco troppo fine? Al mio commensale piacciono veramente i tuberi arancioni?!- Andiamo, EMME, ti devo raccontare fino alla fine cio’ che avevo iniziato prima, - il mio amico si e’ alzato impassibile, gettando da parte un tovagliolo. Non ha visto che io non avevo mangiato nulla!! Ho gettato uno sguardo nel suo piatto: li’ c’era una massa gialla priva di forma, come quantita’ rimasta praticamente uguale. Solo il bicchiere del succo di pomodoro era mezzo vuoto. Ma che affare sara’ – fare dei piatti cosi’! Portera’ dei profitti?! Ho appena aperto la bocca per esprimere il mio sdegno del suo atto inaudito, ma il mio AMICO EFFIMERO era gia’ per strada e dalla porta di vetro lo vedevo agitare le mani. La sua figura snella nel cappotto sbottonato e blue jeans sciupato mi e’ sembrato molto vicino ed io ho avuto una crisi di paura che adesso sarebbe sparito nella folla che brulicava intorno, sparito in un coctail ululante di persone e macchine e non lo rivedro’ mai piu’. Improvvisamente mi sono ricordato di Gianna, la mia imparagonabile Gianna... E’ andata via cosi’, in pieno giorno... e’ andata via ed e’ rimasta per sempre nel passato... Ma cosa c’entra Gianna?! Perche’ mi e’ venuta in mente mentre pensavo di Angiol? Non mi puo’ essere caro ugualmente alla mia carissima sorella!! Ma perche’ mai?
…AN andra’ via, non lo vedro’ mai piu’, come non vedro’ piu’ la mia sorella maggiore, i miei fratelli Giaccone e Afanassy... stop... ma cosa cavolo c’entra Afanassy?! ... E le onde… la nave sbilanciata? Ma e’ un sogno!! Era un sogno!!Sogno?. . Oppure no… Si’, si’ ... sogno. Ma come mai l’ho confuso con la realta’? Dio mio, ma quando arriva alla fine?!! Le maniche bagnate del maglione… Quest’acqua rossa… la sento sempre... «. . . Angeli. . . non bisogna cercarli. . . vengono da soli. . . ». …Quindi vanno anche via da soli. . . Mi son alzato in piedi, praticamente impigliandomi con le ginocchia in un tavolino da caffe’. Il soufflé’ di carota dal color troppo vivace sembrava una palude mobile scossa. E’ caduto sul tavolino lucido e una goccia ha segnato anche i miei pantaloni. Da qualche parte nella zona subcorticale del mio cervello ha baluginato un pensiero veloce di poca importanza che il gastronomico mostro di carota mi vuol trattenere con la sua zampa appiccicosa:
"NON ANDARE LAGGIU, NON STARAI MAI MEGLIO... RIMANI
QUI ... IN QUESTO MOMENTO DELLA VITA... CON ME..."; Angiol mi aspettava all’angolo della casa, quella casa dove ho vissuto finora senza sentirLO. Stava laggiu’, le mani unite dietro e guardando sopra. Appena ha sentito la mia presenza ha sorriso leggermente con le estremita’ delle labbra. Il suo sguardo, lanciato su di me, era triste e anche allarmato. - Quindi, EMME, ho chiamato il mio amico di venire ad aiutarmi… - continuava Angiol il suo racconto, come se non ci fosse stata una pausa tra i brani del suo racconto. Si e’ accomodato in una delle due poltrone che c’erano nella mia piccola camera.
- …Gli ho raccontato tutto quello che mi era successo, che cosa sentivo al momento e come poi cercavo di capire l’accaduto... Gli avevo raccontato la storia del fazzoletto e dei strani suoni del vuoto extraterrestre, di questo “fracasso del vuoto” che mi perseguitava nella camera delle DONNE misteriose... Lui da vero amico mi ascoltava con interesse attento... E tu, EMME? Mi senti almeno oppure no? – Si’, certo, ti sto ascoltando, ANGIOL mio… — mi rendevo conto di essere in uno stato distratto, sotto l’impressione della “colazione” recente... improvvisamente, anche per me stesso; senza fretta mi sono avvicinato rasente al mio amico e mi sono inginocchiato davanti alla sua poltrona. Le nostre faccie erano vicine, e lui mi guardava dritto con i suoi scuri occhi profondi senza confondersi proprio per niente dalla mia presenza talmente vicina. Ho alzato la mano e l’ho passata lentamente per la sua guancia liscia... Da che cosa ero guidato? Inizialmente non riuscivo a trattenere il sarcasmo ed ero indignato del suo comportamento durante la colazione al bar, ma appena ho toccato la sua pelle, mi ha ricoperto un’onda calda e le mie dita hanno leggermente tremato.
- Quindi, anche gli ANGELI hanno bisogno dell’aiuto? Come noi, semplici mortali… - non riuscivo a trattenermi dall’ironia, solo la tensione della mia voce era eccessiva per essere solamente ironica.- …Dimmi, perche’ non ti cresce la barba, scusami questa domanda indiscreta, ma guardami, - mi sono allontanato un pochettino per dargli la possibilita’ di studiare meglio il mio viso. Come se non mi avesse visto prima. Ma non potevo piu’ tacere e parlare di qualsiasi cosa, ma di quello che mi agitava veramente...; - Guardami, sembro un cane dal pelo ritto e irzuto, - io, autoritario, l’ho preso per la mano, gli ho fatto toccare il mio mento. Che cosa mi era successo? Sara’ stato il souffle’ di carota ad avermi fatto diventare talmente aggressivo?! Oppure e’ successo perche’ ero rimasto affamato? Gli guardavo direttamente negli occhi, e onestamente parlando, aspettavo, qualche movimento brusco, qualche gesto respingente... Gli guardavo negli occhi e sentivo che sulla mia schiena si stava spargendo il sudore freddo, come se fossi un bambino dai pantaloncini bagnati, che aveva fatto qualcosa di osceno di fronte a tutti quanti: « Michele, l’hai fatto di nuovo! ... Sei un bambino cattivo... Sarai punito da Dio che guida la mia cintura...».
Era una sensazione di qualcosa di irreparabile e di irrepetibile.
Il viso della persona seduta di fronte a me era assolutamente tranquillo... E gli occhi,.. un po’ tristi ma allo stesso tempo impenetrabili, mi hanno fatto venire in mente un’altra immagine... Si’, mi ricordavo questi occhi!!:«...Hai ancora tempo,.. Arriviamo qui, per metterci in fila, in fila per...».Esternamente Angiol non ha reagito in nessun modo alla mia sortita. Non ha neanche tolto la sua mano. La teneva sulla mia guancia, ed io sentivo il calore scottante che mi penetrava dentro... Era poco probabile che AN sentisse la stessa cosa. Nel suo viso non si vedeva per niente la traccia di un miscuglio di sentimenti simili ai miei, di un miscuglio di sarcasmo, paura e passione tremante.
Era coscente di essere piu’ alto di me, e quest’altezza era visibile solo a lui... Ma c’era qualcosa che lo poteva mettere in imbarazzo? Improvvisamente l’ho capito – non lo poteva imbarazzare niente! Tutte le parole che riguardavano le sue emozioni erano state dette solo per vedere quelle mie! Dunque, e’ riuscito ad ottenere il risultato! Ha ricevuto le mie emozioni che non conoscevo prima!
- Ascoltami fino alla fine, EMME, e molte cose ti diventeranno piu’ chiare...Come si e’ rovesciato tutto nelle nostre relazioni che avevano finora una storia talmente breve. Poco fa davanti a me stava un ragazzino. Il ragazzino impaurito e tremante... Ma che cosa sara’ successo ad improvviso?! Casualmente ho sollevato la cortina e sono venuto a sapere prima del tempo previsto da qualcuno una cosa a me non lecita?... Ho di nuovo dimostarto l’impazienza e adesso mi porteranno al balcone della torre e vedro’ di nuovo il bambino piccolo sulla sabbia color arancione... sul souffle’ color arancione... e questo bambino saro’ io, io stesso?
- Versami del caffe’ caldo, - come in assopimento ho sentito delle note ironiche a me gia’ note.- Anticipo la tua domanda – Anche gli Angeli prendono il caffe’...…Quindi, vuol dire che per alcune frazioni di secondo sono caduto nel “deliquio”... Siccome il mio interlocutore misterioso gia’ mi stava sopra, dimostrando uno dei suoi sorrisi a me gia’ noti – era un sorriso assai affabile ma allo stesso tempo assolutamente impenetrabile.
- Si’, bisognerebbe mangiare almeno qualche biscotto perche’ grazie a qualcuno siamo rimasti affamati. Comunque, a parte dei biscotti non ho niente da masticare, - ho deciso di fare il suo gioco, parlando con lo stesso tono di voce allegro assolutamente fuori posto come era quello del mio ospite notturno, solo per non aggravare la situazione gia’ tesa per se stessa. Soprattutto perche’ non vedevo l’ora di ascoltare i fatti successivi della sua storia pazza. Probabilmente avevo paura di sapere che cosa fosse accaduto alla fine con il narratore in realta’... lo volevo sapere... ma ne avevo paura...
- Allora, - ha continuato Angiol, accomodatosi di nuovo sullo stesso posto di prima, con la stessa posa, dalle gambe accavallate, - …allora, ho convinto il mio cortese amico di andare con me in QUELLA camera, gli ho spiegato che sarebbe stata, comunque, una cosa interessante… Anche se non riusciamo a combinare niente di quello che avevamo concepito prima, avremo comunque un piacere inaudito. Il mio amico e’ un persona modesta, ma come tante persone tranquille, e’ assai curioso. Secondo il mio piano una volta trovatomi sul MIO e allo stesso tempo NON MIO talamo negli abbracci delle bellisime e terribili donne dovevo sparire senza farmi notare, ti avevo gia’ detto che una volta ero gia’ riuscito a farlo, e salire in fretta al mio quarto piano… Capisci, una persona non e’ un oggetto! Deve trovarsi da qualche parte!! Quindi dovevo vederlo! Vederlo nella mia camera! Mi capisci?;- A dire il vero, non tanto, - gli ho risposto io, desiderando un racconto piu’ dettagliato.;- Ma dai, capisci tutto, devi capire, che desideravo vederlo sul mio letto, con delle ragazze oppure senza… non ha importanza… perche’ non dubitavo nemmeno per un minuto, che lo spazio di quella camera misteriosa era il mio spazio! Ma come poteva essere altrimenti. . . Se ammettiamo che queste donne… donne DEL MONDO CELESTE, QUELLO DEGLI ANGELI, sparivano, quando io fuggivo e salivo in fretta su, in camera mia, ed io sinceramente non sapevo, se esistevano in realta’ e da dove uscivano,… Boris — come una persona di carne e ossa, doveva trovarsi alla fin fine da qualche parte…;Angiol ha fatto un fiatone, ha bevuto un sorso di caffe’ che ho versato in due piccole tazzine di porcellana, ha sbricciolato con due dita un biscotto ed ha continuato
- Mi risulta che queste donne vivevano sopra il terzo piano e quindi sul mio territorio... E’ piu’ che chiaro... ;Quindi siamo scesi al terzo piano. La porta come al solito era semi aperta. Da dentro non usciva fuori nemmeno un suono. Ho guardato di sfuggita il mio compagno, era assolutamente calmo, probabilmente non prendeva sul serio cio’ che gli avevo raccontato... Ha catturato il mio sguardo e mi ha strizzato l’occhio, nel modo ugualmente allegro, cosi’ com’era nei nostri tempi passati. Dentro il locale c’era sempre lo stesso silenzio opprimente come in un film muto. Silenzio assolutamente innaturale. Non so se l’aveva sentito anche il mio compagno? Sul suo viso si leggeva solo la curiosita’. . . I gradini son finiti, senza fare sotto i nostri piedi nemmeno uno scricchiolio. Davanti a noi era situato un talamo a me gia’ noto, ma allo stesso tempo assolutamente sconosciuto. Il vuoto qui sembrava ancora piu’ opprimente che sotto e lo spazio sembrava inabitabile... In questo silenzio suonante sul letto stavano sedute due donne – la sofferenza dei miei giorni passati - erano sedute assolutamente immobili come se fossero due statue di materia bruta. Stavano qui anche prima della nostra apparizione o si tratta solo di un frutto della mente malata? In questo momento stavo pensando sul serio di essere malato mentalmente. Senza interrompere il suo racconto Angiol mi ha lanciato uno sguardo di uno che guardava e non vedeva... Chissa’ perche’ in questo momento mi e’ sembrato ad improvviso che tutto cio’ che stava dicendo, lo dicesse solo nei miei confronti. Che se non ci fossi stato io, questa storia non sarebbe mai successa. Come se nel suo racconto ci fosse un senso segreto, che mi vogliono far vedere... vogliono farmelo capire ed io non lo percepisco... non percepisco... non percepisco...
Ho sentito la mia propria casa fredda e scomoda ed io senza interrompere il monologo di questo strano, ormai molto intimo a me, giovane, ho tirato fuori da un bar verticale collocato nella parte inferiore del tavolo una bottiglia di Martell ХО e due “tulipani”. Il cognac dalla sua luce calda color ambra e la parte aromatica mi ha tranquilizzato un po’. Angiol ha solo girato la testa, sentita la mia proposta, ed ha continuato il suo racconto come se non capisse che cosa volevo da lui:
- ...Tutte e due erano sedute mezze girate, appoggiandosi sulle mani, con le teste appena chinate in giu’. Non parlavano tra loro, com’eran solite; sentita la nostra presenza, la bruna ha girato lentamente la testa e sul suo viso e’ apparso un sorriso. Il sorriso era naturale, e la gioia che ne usciva non poteva essere finta.
- EccoLO qua…Guarda, Gianna, e’ LUI ... LUI e’ venuto alla fine... LUI e il nostro AMICO…
Come al solito, porgendo le sue mani bianche e morbide, ha leggermente barcollato, come se, senza un appoggio avesse paura di perdere l’equilibrio. Gianna si e’ radrizzata, senza rivolgersi a noi, ed io ho sentito la sua indimenticabile voce vellutata... imparagonabile a niente... Interessa anche te, giusto, EM? Solo perche’ desideri sentire qualcosa di questa voce mi hai ascoltato finora? Non e’ cosi’? Non offenderti, EM, non rispondermi niente, so che e’ cosi’. . .
…Quindi, Lei ha pronunciato: « Si’, e’ LUI... anch’io Lo aspetto. . . facciamoli venire qui da noi.» A questo punto mi e’ sembrato, EM, che lei non ci vedesse. . . . Come se avesse perso la vista, oppure non l’avesse mai avuta.. .; - E’ invece si’ che aveva la vista, aveva degli occhi bellissimi che vedevano tutto.- ho pronunciato io ad improvviso, non smettendo per un attimo di ascoltare con la massima attenzione cio’ che era molto importante per me.
- Ma no, non voglio per niente dire che era cieca, ma sembrava che non fosse presente qui oppure era presente solo come un corpo. Mi ricordo che in quel momento Boris si e’ confuso per un po’ e sono stato anche costretto a sospingerlo un attimino per il gomito... E poi e’ iniziato il solito, se posso usare questo termine... Mi ricordo tutto come un sogno dolce... sempre come un sogno dolce... Mi abbracciavano e mi baciavano tutte e due ma allo stesso tempo ognuna da sola... Mi vedevo di fronte gli occhi della bionda favolosa che guardavano me, ma allo stesso tempo attraverso me. Mi ricordo queste labbra calde, la bocca morbida e umida, gli abbracci dolci e allo stesso tempo forti. La cosa piu’ piacevole e inusuale era il fatto che ci sembrava che loro due godessero di un piacere straordinario carezzandoci. Sospiravano e mormoravano qualcosa abbracciandoci e baciandoci. Cercavo di vedere come stesse il mio amico e se fosse molto sconcertato dell’accaduto. Ma sono riuscito a notare soltanto un’ espressione assente che aveva. Il corpo immerso negli abbracci e le braccia che stavano sotto la testa come quelle del bambino addormentato. Sembrava che non si stesse ponendo nessuna domanda, si trovava nella beatitudine assoluta. Io invece dovevo andare via, in fretta, ma allo stesso tempo senza essere visto, andare via come si va via da un sogno, quando hai una gran voglia di svegliarsi e non lo puoi fare... oppure al contrario quando non hai per niente voglia di svegliarti, ma precipiti invece nella realta’ nel momento assolutamente sconveniente... Mi son messo a correre... muovendo i piedi senza nessun rumore, senza sentire ne’ i miei passi, ne’ lo scricchiolio del pavimento, ne’ il fruscio dei vestiti... Mi stavo liberando come dal vuoto, come dall’ovatta... Salendo al mio piano continuavo a percepire lo sfioramento delle mani morbide... Una volta trovatomi nella mia camera da letto, ho dato un’occhiata al mio talamo come se fosse un mostro quadrato di color bianco... Come una macchia amorfa e bianca mi veniva incontro dal buio, assolutamente freddo e vuoto... assolutamente freddo e vuoto... Sopra non ci stava... nessuno... Era... solitario, come me... come me... Nel primo momento non sono riuscito a capire tutta la tragedia di cio’ che stava accadendo...
- E nella stanza non c’era ne’ nebbia, ne’ una traccia di qualche droga? - Non riuscendo piu’ a resistere, ho interrotto il narratore nel modo assolutamente indiscreto. Qualcosa non mi quadrava, ma cosa? Capivo perfettamente che la storia era assurda, ma non si trattava del contenuto del racconto, forse l’assurdita’ stava nel narratore stesso,… oppure nel perche’ me lo stava raccontando? Proprio a me? E proprio questo? ;- No, no, non mi capisci: il mio amico non c’era!! Non c’era da nessuna parte. ... Lo chiamavo, lo cercavo, ma non c’era! Sono caduto sul letto e ho precepitato nel non essere, come lo dici, nella nebbia di droga. Era il mio letto. ... ma uguale identico a quell’altro!! ;E Boris invece e’ sparito,… mi capisci, il letto c’era,… ma senza di lui!! Non c’era nessun veleno mistico... C’era un’altra cosa… un’altra, quello, che VOI, gli esseri umani non capirete mai e non riuscirete mai a crederci!! ;«. . . noi, gli esseri umani. . . »?? ! Questa dichiarazione mi ha sconvolto, ma non ho fatto in tempo di aprire la bocca, quando il mio strano amico si e’ corretto da solo-...Si’, ci sono tante cose che non capiamo, perche’ non possiamo capirle, e non lo possiamo fare, perche’ non lo vogliamo...Mi sono svegliato di buon’ora, non so, quante ore ho dormito,- continuava nel frattempo Angiol con la voce un po’ stanca, come se stesse rivivendo di nuovo tutti questi avvenimenti, - e non sapevo cosa fare, da che parte incominciare, dove andare. La borsa di Boris mi “guardava” dall’angolo come un’orfanella, era una borsa sportiva color blu con la scritta «NOKIA». Le sue cose erano qui con me… ... le sue cose, ma non lui! Sono sceso in fretta, con la massima velocita’, di un piano sotto. Ma la porta, la maledetta porta era chiusa!! Il parlante ha dato un colpo tremendo sul tavolo con una forza tale che un fragrante liquore giallo, da lui non toccato, ha lasciato sul bicchiere un’orma tortuosa e
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