tra la fronte ed i capelli si notavano le piccole gocce di umidita’.. Improvvisamente mi e’ venuta la voglia di toccarle con la mano e poi buttare in giu’ queste ormai calde gocce della pioggia con un tenero movimento della mano...
-.. Dove si sta affrettando?.. Ma dove diavolo stai andando nel cuor della notte? -
- Ti sto cercando… - ha risposto senza pensarci sopra un secondo, come se mi stesse deridendo.… I suoi occhi pero’ rimanevano seri. - - Ho un sacco di cose da dirti,- l’ho detto in fretta, essendo conscio di avere una paura chissa’ perche’ che in qualsiasi momento lui possa girare e andare via.
- Andiamo a casa mia, - gli ho proposto parlando fitto, - prendiamo un te’,… un te’ caldo… sono curioso di sapere, perche’ abbiamo cercato l’un l’altro, perche’ mi sembra di conoscerti?…;Non ho fatto in tempo di finire che il mio sconosciuto era gia’ girato e stava andando verso la mia casa, un po’ piu’ prima di me, come se sapesse dove bisognava andare. O me lo sto sognando? Staro’ sempre dormendo?! Tutto e’ un sogno!… E questo freddo, e questa pioggia, che mi entrano dentro, sotto la pelle per scolare poi per le vene… questo mio cappotto umido…
Adesso mi svegliero’ tra un mucchio di lenzuole umide e tutto risultera’ banale fino all’ indecenza... Ma no… No! Eccolo qua, sta camminandomi a fianco … L’ho cercato per un’eternita’, e adesso mi sembra che per un’eternita’ non ho parlato con lui…;- E allora, adesso parlerai con lui «…PER UN’ETERNITA’…?;…di nuovo questa voce beffarda proprio nel mio cervello… mi sta prendendo in giro… Oppure sara’ il vento nella grondaia…? Si’… sara’ cosi’,… pioggia e vento …-…Ma come mai tu «…NON HAI PARLATO PER UN’ETERNITA’»?!
Lui ; te stesso, tu parli sempre a te stesso senza smettere per un attimo, anche la gente per bene si rivolge a guardarti, se non sono sordi ovviamente. Sentivo una voce dire le sciocchezze proprio dentro il mio orecchio. Ho cercato di guardare nel viso del mio compagno di strada, magari sentira’ anche lui questa voce… O solo IO?! Sara’ un ventriloquo?… Sto diventando matto? Non posso sapere cosa vuol dire impazzire?! Puo’ darsi che e’ proprio cosi’ - cammini, parli con te stesso, cerchi il rovescio della luna,… per poi incontrare alla fine se stesso,… ed essere entusiasmato per la propria bellezza…Il mio “amico” sconosciuto si e’ voltato e mi ha guardato. Avro’ detto qualcosa ad alta voce? I suoi occhi erano sempre scuri e pofondi, quasi senza pupille, a meno che non fossero i lampioni bugiardi con la loro luce gialla, abbagliante, di cattivo gusto.
Non sorrideva, mi guardava, come se si fosse preoccupato.;- Siamo quasi arrivati, - ho risposto io al suo sguardo silenzioso ,-…adesso giriamo all’angolo , e poi nel cortile…-…Lo so…
Che assurdita’ … Me l’avra’ detto lui cosi’…? Oppure mi e’ sembrato di sentire?!…Sto delirando …o dormendo… che differenza c’e’…
E’ seduto di fronte a me – stravaccato in poltrona, tranquillo e libero come se fosse a casa sua... Sta dicendo qualcosa, appena muovendo le labbra sottili e nervose, non riesco a capire il contenuto del suo discorso, ma adesso non ha importanza- vedo come si muove la sua bocca, ben delineata, come sobbalza il labbro superiore, mi sento addosso il caldo del suo sguardo dagli occhi scuri... mi semba di conoscerli da mille anni... Son gia’ mille anni che sento questa voce bassa e mutevole alle note acute, come se dentro quest’uomo si stesse svegliando un ragazzino. E’ bello come un ANGELO!!! Ho trovato la parola giusta! Mi e’ sembrato addirittura di sentire un leggero fruscio dietro alle sue spalle... Saranno le ali? No, certamente non ne ha, e non e’ neanche un fruscio, ma una musica pianissima...
Di dove esce questa musica? Non ha importanza. Volevo passare con il palmo della mano per i suoi capelli, per la sua guancia, per le labbra che si muovevano, baciarlo in quella parte della fronte dove iniziano i folti capelli biondi... baciare, stringermi.. e... vivere cosi’ senza aprire mai le braccia...
«Quando lo incontrerai, lo riconoscerai subito,… non c’e’ bisogno di chiamarli… vengono da soli… vivono fra di noi…» «…Hai ancora tempo…»…Lo so adesso, lo sento – non si trovano da qualche parte - ci stanno dentro... Sara’ un Angelo anche per qualchedun altro o solo per me? Come si fa a sapere: ; un ANGELO per tutti o solo per me e solo per qualche periodo di tempo?... Ma… passa il tempo, e ANGELO diventa una persona normale… Quindi non era un vero e proprio messaggero del cielo!! MA COME FARLO A SAPERE?! COME?! Ma lui sapeva dove andare!… E’ uscito per strada … mi cercava!! Ad improvviso sono tornato in me stesso e mi son reso conto di stare vicino alla finestra e guardare la luna e il mio amico non proferisce una parola gia’ da un po’ e mi sento addosso il suo sguardo lungo.
- Come ti chiami – ho chiesto io, anche se per me non aveva nessuna importanza… - Angiol, - mi ha risposto lui.A questo punto il mio senno si e’ comportato nel modo piu’ che strano: mi e’ sembrato di essermi ad improvviso addormentato o al contrario svegliato oppure tutto quello che e’ successo dopo e’ uscito dalla mia mente... ho sentito solo di stare dormendo...forse e’ successo anche piu’ tardi, verso la mattina. Forse eravamo troppo stanchi tutti e due e ci siamo addormentati insieme... e il sogno che avevo visto e’ risultato troppo vivo e troppo incomprensibile per svanire dalla mia memoria nonostante le mie successive impressioni...
Ho sognato il funerale di mio fratello, del mio fratello maggiore... Una fila di persone non molto lunga che si sta trascinando dietro la bara. In testa della processione i nostri genitori.Stanno parlando di qualche cosa fra di loro. Non vedo il dolore sulle loro faccie, piuttosto una fissa concentrazione. Qui c’e’ anche mia sorella Lisa con il suo fidanzato di turno. Manca solo il mio fratello medio Afanassy e certamente la mia sorella prediletta Gianna. All’epoca del sogno-ricordo Afanassy ; andato come marinaio sulla nave di crociera a vela denominata “Krusenstern”. Da mio padre sono venuto a sapere che era un veliero a quattro alberi, da vele diritte e inclinate… Mio fratello Afanassy invece nelle sue lettere a casa parlava nella maggior parte dei casi della teoria di annodazione dei nodi marinari oppure delle basi di navigazione… Quando leggevo i suoi messaggi mi sembrava addirittura che mi stesse mandando i suoi appunti sulla navigazione... Una volta gli ho scritto con un solo scopo: chiedendogli se non avesse visto per caso qualche cosa strana, per esempio in alto mare, laggiu’ dove l’acqua si riunisce al cielo?... Mi ha risposto di si’, ma non nell’oceano come pensavo io... ma nella gabina del comandante... e avrei fatto meglio di non fargli le ulteriori domande...
…Nella mia processione suggestologica mi stavo trascinando giusto alla fine, a volte quasi perdendo di vista il resto della processione. Stavo sempre camminando piu’ lentamente... pero’ avevo sempre l’impressione di non essere da solo, che c’era qualcuno che mi stesse seguendo dietro. Mi voltavo bruscamente e non trovavo nessuno... Tornavo sempre a voltarmi, cercando di farlo nel modo piu’ improvviso possibile per cogliere di sorpresa chi camminava quatto quatto, ma non c’era mai nessuno dietro di me... Quando alla fine sono riuscito a persuadermi di essermi semplicemente stancato troppo e che era la morte di fratello a farmi quest’effetto, ho sentito nel modo assolutamente chiaro lo scricchiolio di rami e il fruscio di foglie sotto i piedi leggeri di qualcuno. Lentamente come se avesssi paura di spaventare qualcosa, mi sono voltato a questo fruscio... Vicino a me con la testa chinata nel modo tale che i capelli lunghi pendevano sul viso con le loro ciocche rade, quasi senza alzare i piedi, anzi leggermente strisciando, si stava trascinando una persona... Il suo aspetto era molto triste. Portava sempre una mano al viso, facendo un movimento tipico per chi vuole asciugarsi le lacrime dirotte. Le sue vesti nere costavano evidentemente poco. Sui piedi aveva delle scarpe nuove praticamente non toccate dalla polvere stradale, non avevano neanche delle pieghe... Mi e’ sembrato di conoscere la persona piangente.. e poi l’ho riconosciuta... Era mio fratello Giaccone...
Ho aperto la bocca per gridare oppure la bocca si era aperta da sola senza qualsiasi scopo, ma non sono riuscito a proferire una parola e sono rimasto cosi’ con la bocca aperta...
…Anche QUESTA PERSONA – MIO FRATELLO si e’ fermato e si e’ voltato verso di me. All’inizio mi e’ sembrato che non mi avesse riconosciuto e mi stava guardando da parte con uno sguardo fisso e per niente fiducioso... Poi le sue labbra hanno fatto una specie di sorriso. Gli angoli della bocca andati troppo in su gli davano un’espresione puramente cretina... Ha messo un dito sulle labbra e ha mormorato:
«Pst! … non facciamo ostacoli ad un avvenimento cosi’ solenne…. Che peccato, vero? – ha pronunciato LUI dopo una piccola pausa, senza smettere di sorridere, - morta una persona talmente buona!… Farebbe molto meglio a morire al posto suo qualchedun altro, per esempio - TE»…;A questo punto LA PERSONA DAL SORRISO CRETINO ha riso assolutamente fuori posto…;- C’e’ tanta tristezza al mondo che non ci fa tristezza e poi c’e’ anche tanta allegria che non ci fa diventare allegri, vero, piccino mio?…;-… Ho visto la tua Gianna – ha pronunciato lui subito dopo, con la voce divenuta seria ad improvviso, - LE manchi molto… Fra un po’ la rivedrai.Mi sono guardato intorno in modo puramente istintivo senza riuscire a comprendere il senso di quello che stava accadendo. Quando invece mi sono di nuovo voltato al mio interlocutore, stava gia’ sdaraiato per terra, messe le mani sul petto cogli occhi chiusi. Avevo una gran paura di avvicinarmi di nuovo al pazzo e rendendomi perfettamente conto che si trattava comunque di un sogno, me la son data a gambe dalla parte opposta della triste processione, senza pensarci troppo cosa potevano pensare le persone attorno. La mia piu’ gran paura era di non vedere dentro la bara il mio povero fratello... Mi sentivo sempre di sognare, pero la mia paura era assolutamente vera e naturale, appiccicosa e soffocante, quasi di piu’ che potesse essere in realta’... Era una paura totale… E sono fuggito via, sono corso, cosi’ come si corre nel sogno – con le gambe che sembravano di stoppa, che mi si piegavano, che non avevano per niente voglia di muoversi da qualche parte… Il dolore nelle ginocchia diventava sempre piu’ forte e alla fine svegliandomi mi sono reso conto di dormire nella poltrona con le gambe ripiegate. Anche il mio nuovo fratello stava sonnecchiando, steso con tutto il suo corpo lungo sul letto non disfatto.
Continuando a meravigliarmi della sua bellezza, mi son seduto sull’angolo del suo talamo... Il dormiente respirava piano, le sue labbra erano appena aperte, quasi senza fare un minimo rumore ma allo stesso tempo le sue sopracciglia erano unite alla radice del naso il che lo faceva sembrare un po’malaticcio.. Sul guanciale bianco il viso di Angiol sembrava un po’ abbronzato e i suoi capelli biondi erano ancora piu’ chiari...
Lo guardavo incantato, appena trattenendo il desiderio di passargli la mia mano sulla guancia assolutamente liscia. Il suo aspetto mi sembrava alternativamente familiare oppure assolutamente estraneo...
Si e’ fatto giorno gia’ da un bel po’. Quanto tempo e’ passato fuori della mia finestra?… Quanto tempo avro’ dormito?…- Un caffettino?- ha mormorato il mio Conoscente sconosciuto, avendo sentito all’improvviso la mia presenza. Essendosi stirato con volutta’, si e’ alzato sedendosi sul letto anche troppo gagliardamente per chi ha dormito cosi’ poco, ha fatto un bel sorriso largo, dimostrando i denti bianchissimi.
- Mi piacerebbe un caffe’ nero alla turca»…Si comportava in modo tale come se avesse vissuto qua una vita, e questo mi faceva uno strano piacere...
- Aspetta un attimo, Angiol, ti faro’ un ottimo caffe’, e tu nel frattempo puoi lavarti…;- Non chiamarmi cosi’… chiamami… ANDREA…- Ma perche’ mai, ti chiami ANGIOL, vero? A n g i o l…- Chiamami …Andrea…- Il mio amico ad improvviso e’ diventato triste e si e’ fatto pensoso - Questo nome mi fa ricordare troppe cose… Angiol non sono piu’ io… non qui... capisci?…..Con queste parole il viso del mio ospite e’ diventato ancor piu’ triste, gli angoli della bocca sono calati in giu’.- Tempo fa ero convinto che il mondo va governato dall’amore... Tutto al mondo viene fatto solamente per questo sentimento... Ma non parliamone.... Se sapessi allora come sarebbe finita quella storia... All’epoca portavo il nome ANGIOL… Dopo mi e’ venuta la presa di coscienza che tutti... quasi tutti coloro che raggiungono le vette piu’ alte, cioe’ quelli che ci mettono la vita per raggiungerle, sacrificando se stessi – sono privi di amore. Cercano un’adorazione totale con la quale vogliono sostituire il sentimento piu’ intimo di cui sono privi... Questo vuol dire che bisogna fare la scelta tra un amore spirituale che dissolve tutto quello che esiste e gli da’ un senso e il trionfo superficiale e l’apice della vanagloria, cioe’ la possibilita’ di raggiungere gli obiettivi umani piu’ alti che sono spesso i obiettivi falsi... Non si puo’ avere tutte e due le cose, siccome chi ha capito il senso intrinseco dell’esistenza non aspira agli attributi esteriori del riconoscimento della propria persona.
Lo ascoltavo meravigliandomi della sua filosofia per cosi’ dire femminile, espressa (che stranezza!) subito dopo il risveglio.
L’odore del caffe’, aspro e tonificante ha colmato nel frattempo il mio piccolo appartamento, facendo scappare gli incubi notturni giusto nella profondita’ della mia coscienza...
- Angiol, scusami, Andrea, dimmi comunque, che cosa ti ha fatto uscire di casa in alta notte e in piu’ col tempo cosi’ brutto? Le circostanze insopportabili, i tristi pensieri?
- Avevo freddo da solo nel mio appartamento,- mi ha risposto il mio interlocutore senza guardarmi. Volevo sorridere, siccome mi e’ sembrato uno scherzo assai buffo, ma mi son mangiato le parole, immaginando che cosa avrei risposto io alla stessa domanda?! Perche’ mai sono capitato io di notte per la strada buia e umida? Perche’ avevo litigato con me stesso per la faccia nascosta della luna?!... Poi sono uscito fuori in cerca di me stessso e mi son felicemente ritrovato?! Chi non mi avrebbe trovato strano dopo questa spiegazione?... Il mio amico senza far caso al mio impaccio, continuava di esporrmi i suoi pensieri. Avro’ avuto bisogno dell’ascoltatore?
-…Coloro che sono i geni sono privi dell’amore dalla piu’ tenera eta’. Coloro invece che ci sono dissolti, non cercano altre vette perche’ in realta’ non esistono, perche’ nel mondo non c’e’ niente che potrebbe superare l’amore. Ma... Il problema e’ che lo capiscono solo quelli che son assorti dall’amore. Appena va via l’amore, sparisce anche la comprensione….Ho visto un sogno spaventoso, - ha pronunciato lui senza un minimo passaggio logico dal tema precedente, si e’ solo inchinato per bere un sorso del caffe’ ormai raffreddato. Non interrompevo il mio interlocutore biondo. Mi e’ sembrato che aveva tanta voglia di esprimersi che gia’ da tanto non aveva questa possibilita’. E’ successo qualcosa con lui, e’ chiaro, adesso mi raccontera’ tutto per filo e per segno lui stesso, basta non interromperlo. Lo sentivo parlare molto velocemente come se avesse paura di fare tardi, facendo solo in tempo di prendere un piccolo sorso del caffe’ nelle piccole pause oppure accendere una sigaretta e spegnerla quasi subito dopo aver preso due-tre boccate. I biscottini non li ha nemmeno toccati…- In questo sogno ho visto i frammenti del mio passato, dei piccoli pezzettini di immagini a colori.
…Come se io stessi cercando di fare un puzzle dei piccoli pezzi del mio passato, cerco di raccoglierlo e mi rendo conto di non fare in tempo a terminare la trama... Il mio orologio rallenta e si ferma. Ma io so di certo che ho ancora tempo…A queste parole di Angiol-Andrea il caffe’ mi e’ andato di traverso.
«…HO ANCORA TEMPO…» «…ANCORA TEMPO…». Ho gia’ sentito queste parole, ma dove?!;«…Ho ancora tempo…»... Ho iniziato a scrutare il mio nuovo amico nel modo ancora piu’ attento di prima. Ma lui non mi vedeva e non mi sentiva. Anche se io fossi andato via, il narratore non avrebbe interrotto il suo monologo.
- Ascolta, amico… a proposito, mi sono lasciato a sfuggire, dimmi il tuo nome…;- Sono Michele, Arcangelo Michele…- ha pronunciato piano, oppure mi e’ solo sembrato? Ma sul serio, comincio ad avere i problemi di udito.- CHE hai detto, lo puoi ripetere?;- Io dico, - ascolta cosa ti racconto. Ti raccontero’ una cosa, nessuno lo sa. Nessuno… Ti prego soltanto di non interrompermi, non interrompermi…;- Si’, Angiol, si’… «…ho ancora tempo…», «…li riconoscerai …LI riconoscerai subito…»
- Sai, mi occupo del restauro… delle anime... delle anime degli oggeti antichi...
Ti raccontero’ tutto, se lo vorrai, puoi anche ridere…
Ma guardando il mio interlocutore non avevo per niente voglia di ridere. I suoi occhi scuri e profondi erano tristi, quasi malaticci. L’ospite notturno non mi guardava, il suo sguardo vagava altrove senza fissarsi da nessuna parte.
- Ecco, sarebbe piu’ logico dire che mi occupavo del restauro delle opere antiche… o meglio me ne occupavo in un’altra vita passata... Sono scappato da quel mondo, ho lasciato tutto cio’ che mi circondava. Perche’? E’ un’altra storia e te la raccontero’, forse, a suo tempo. Io correvo, pensando di trovare pace ed esumazione,… ma cio’ che e’ successo dopo, cio’ che e’ successo dopo con me… non so che cosa e’ stato. Saro’ impazzito?…Istintivamente ho sobbalzato, catturava i miei pensieri, i miei recenti pensieri. Prima del nostro incontro pensavo proprio cosi’.
«…impazzito?…» Con queste parole Angiol si e’ alzato dal divano assai bruscamente, quasi rasentando la gamba cromata del tavolino ed ha cominciato a girare per la stanza camminando coi piedi nudi per il tappeto senza far rumore.
Quando ha fatto in tempo a togliere i calzini? Oppure non li aveva?… Dio mio, di che cosa stavo pensando in quel momento, quando il mio amico sincero mi stava riferendo la storia della sua vita?! Io stavo pensando ai suoi calzini!!...In questo minuto non era possibile neanche immaginare che ancora ieri non sapevo niente dell’esistenza di questa persona!...
«…ho ancora tempo…» Pensavo cosi’, mentre i miei occhi, traditori, iniziavano piano-piano a chiudersi… Avevo tanta paura di addormentarmi! Sara’ troppo anche per un paranoico! Il mio interlocutore continuava a muoversi per la stanza, e mi e’ sembrato in quel momento che portava delle larghe vesti bianche che si muovevano leggermente a mo’ di strascico durante i movimenti del loro possessore…
Ho sentito sulla schiena il freddo appiccicoso a me gia’ noto, come all’epoca della mia prima infanzia, quando stavo in piedi sul cornicione e guardavo dentro la finestra di mio fratello Giaccone…
Ho socchiuso gli occhi ed ho scosso fortemente la testa, temendo che le mie dita si sarebbero aperte e di conseguenza sarei caduto dalla poltrona nel modo piu’ sgraziato, mi sarei rotto una gamba e il mio amico avrebbe riso col suo riso aspro e rauco e avrebbe agitato le maniche delle sue vesti bianche... Aprendo con prudenza gli
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